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Author Topic: il poli  (Read 1602 times)

debora

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il poli
« on: November 03, 2008, 05:07:52 PM »
anche il politecnico si sta mobilitando, a partire dalle lezioni in piazza a una vera e propria campagna propositiva indirizzata anche ad altre fasce, quali ad esempio i precari delle varie fabbriche torinesi.

nel volantino che mi ha lasciato uno di loro trovo scritto:

Quote
UNITI PER UN'ALTRA UNIVERSITA'

quella in cui viviamo è definita la società della conoscienza. eppure la formazione e la ricerca ono state all'ultimo postotra le preoccupazioni delgi ultimi governi, indipendentemente dal loro colore. L'Università subisce una cronica scarsità di finanziamenti e altrettanto cronica è la scarsità per i finanziamenti per il diritto allo studio. Tuttavia la legge 133/08 non può essere ricondotta all'ormai usuale taglio dei finanziamenti, ma rappresenta un vero e prorpio tentativo di rivoluzione culturale, un tentativo di smantellamento del sistema di formazione pubblico che possiamo ricondurre in maniera lineare ad un complessivo e generalizzato attacco a tutto ciò che non è privato. Attacco che, cavalcando i malcontento popolare attraverso una versione distorta dei fatti per cui ciò che è pubblico è sinonimo di non efficiente, rischia di riuscire senza grosse difficoltà a smantellare ciò che è stato costruito attraverso gli anni.

L'attuale governo pone il definitivo attacco al sistema universitario pubblico e alla morte della ricerca di base. L'Italia è il paese che investe meno di tutti (meno del 37,7% rispetto alla media OCSE). Gli Atenei con i soldi che ricevono dallo stato riescono a malapena a pagare gli stipendi al proprio personale. Oltre 3000 sono i precari della ricerca, necessaria sostenere e rilanciare una ricerca libera e a lungo termine a garantire il regolare svoglimento dei corsi universitari.
L'Art 66 della legge 133/06 blocca il ricambio del blocco docente e ne riduce il numero complessivo (1assunzione ogni 5 pesionamenti), senza un'idea, un progetto, un piano specifio sulle modalità di reclutamento. A questo si aggiungono i tagli: 1,441 miliardi di € splamati in 5 anni; il più importamte che il sistema universitario pubblico , già sottofinanziato, abbia mai subito.
A partire da queste condizioni critiche, l'Art 16 le porte alla privatizzazione dell'Università pubblica. Infatti esso concede alle Università la possibilità di trasformarsi in Fondazioni di diritto privato. Ovvero cambierà la natura giuridica delle nostre università, non più statali e accessibili a tutti. Il nuovo stato giuridico rivoluzionerà tutte le strutture di governo: non più organi eletti democraticamete da docenti, ricercatori, studenti e personale tecnico-amministrativo, ma si avranno organi di governo composti da chi finanzierà le università: fondazioni bancarie, enti privati ed enti pubblici;ci sarà un presidente esterno e un amministratore delegato. Insomma organi di governo che nulla hanno a che fare con la didattica e la ricerca, ma saranno attenti solo al profitto e quindi alla ricreca di breve periodo, finalizzata al mercato.
...
Gli studenti del Politecnico di Torino invitano tutta la cittadinanza, docenti, intellettuali, artisti e tutto il mondo della cultura ad aderire e partecipare alla giornata del 7/11 in concomitanza all'inaugurazione dell'Anno Accademico nel nostro Ateneo. Un momento per capire e approfondire quello che sta accadendo al mondo della conoscenza e della formazionenel nostro paese. Una giornata pe manifestare uniti contro i provvedimenti inseriti nella Legge 133. legge votata in agosto, in un parlmaneto semivuoto e senza nessuna discussione.

Per difendere l'univesità come logo pubblico di ricerca, di creazione e di trasmissione della conoscenza come bene comune.

CONTRO-INAUGURAZIONE DELL'ANNO ACCADEMICO
Politecnico di Torino
venerdì 7 novembre ore 10.00
Piazza del Fante- Corso Duca degli Abruzzi 24, Torino-


siti di riferimento:
http://www.notremonti.org
per iscriversi alla mailing-list mandare "iscrivimi" a: postmaster@notremonti.org


inviterei a riflettere sul fatto che il Poli già gode di finanziamenti privati pertanto, a livello pratico, per loro non cambierebbe nulla. ad essere contrastata è quindi l'idea di fondo: quella di "vendersi".
nello stato attuale, il loro singolo caso risuta essere una libera scelta in parte dettata dagli alti costi che la loro ricerca impone.
rendere legge, e quindi obbligo, l'intervento di finanziatori esterni è una perdita di libertà notevole e non accettabile.
il decreto dice che spetta al singolo ateneo scegliere se diventare fondazione o meno, per il momento il rettore Profumo non ha intenzione di farlo... ma non si può sempre sperare nel buon fato per non incappare in qualche scellerato..