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DO THE RIGHT THING!LUNEDI' 9 NOVEMBRE H. 12.00 NELL'ATRIO DI PALAZZO NUOVOPRESIDIO IN OCCASIONE DEL SENATO ACCADEMICOpicnic bellavita: porta qualcosa da mangiare anche per ilrettore[/SIZE]L'università è in crisi e questa non è una novità; la novità è che da quest'anno i tagli iniziano a essere visibili giorno per giorno.Si scopre che l'offerta formativa si è ridotta; che molti docenti a contratto non saranno pagati per il loro lavoro; che le biblioteche hanno disdetto gli abbonamenti alle riviste e il personale è stato tagliato o reso sempre piùprecario; che decine di assegni di ricerca non saranno rinnovati; che per pagare i tagli l?ateneo aumenta le tasse per gli studenti; che le borse di dottorato sono la metà, un terzo, un quarto di quelle dell'anno scorso.Si scopre, insomma, che l'università sta drasticamente riducendo la propria offerta di servizi, ricerca e formazione.Siamo noi - precari della ricerca, studenti, dipendenti delle cooperative - che sopportiamo il peso maggiore di questi tagli; siamo noi, ancora, a non avere alcuna voce in capitolo rispetto alle decisioni che vengono prese in unmomento così critico.La riforma universitaria varata dalla Gelmini non solo non offrirà alcuna soluzione a questo stato di cose, né fondi aggiuntivi per l?università, ma contribuirà ulteriormente a spegnere gli ultimi barlumi di democrazia interna.La crisi di oggi segna la fine di un'epoca: non si può far finta che qualche aggiustamento cosmetico e qualche fondo regalato agli atenei "virtuosi" ci permetteranno di far quadrare i conti. Se non si prende atto di questa situazione la sola cosa che i rettori Profumo e Pelizzetti sono in grado di garantire è il tranquillo affondamento dell'università, con loro nella parte dei commissari liquidatori.C'è un solo modo sensato di affrontare quello che abbiamo davanti:- Anche in tempi di fondi insufficienti le scelte dell'università contano, e conta come verranno prese. Per questo bisogna che siano prese in modo trasparente, coinvolgendo anche coloro che sono esclusi dagli organi dirappresentanza. Prossimamente si avvierà la discussione sulbilancio: vogliamo che questa discussione sia più aperta e democratica possibile.- Ci viene detto che la drastica riduzione dell'offerta dell'università ci è imposta dai tagli ministeriali. Benissimo, allora i rettori di università e politecnico prendano atto dello stato di crisi e presentino le propriedimissioni, creando un caso nazionale e costringendo il governo a spiegare come mai i "virtuosi" atenei torinesi (rispettivamente all'ottavo e al secondo posto nella classifica ministeriale) dichiarano di non poter andareavanti così.- Se la crisi è così grave allora coinvolge tutti: si apra dunque un tavolo di crisi fra atenei, enti locali, studenti e lavoratori, che elabori un piano complessivo per salvare l'università garantendo la continuità di formazione ericerca. Tavoli di confronto devono essere aperti sui temi più specifici (ricerca, diritto allo studio, servizi, ecc.) con tutte le parti coinvolte.Chi oggi fa finta di niente sta suonando il suo trombone sul ponte del Titanic che affonda; poco importa stabilire se l'origine dell'iceberg sia la gelmini o i (molti) mali dell'università come la conosciamo.La domanda è: COSA VUOI FARE ADESSO? FAI LA COSA GIUSTA!Prime adesioni: Bibliocooperativisti Flaica CUB - precaridella ricerca discipline umanistiche e scienze sociali -Studenti Indipendenti - Collettivo Universitario Autonomo -Coordinamento precari FLC-CGIL Piemonte - CoordinamentoPrecari della Ricerca (POLITO) - Rete Nazionale RicercatoriPrecari (Torino)