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Author Topic: Mostra al Castello di Rivoli  (Read 2755 times)

vanev

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Mostra al Castello di Rivoli
« on: May 22, 2006, 07:16:32 PM »
Mi sono informata oggi, dopo aver visto solo i manifesti per un po' di settimane in tangenziale :P

Vi posto il comunicato stampa:


Concetto, Corpo e Sogno:

La rassegna presenta opere di artisti "classici" dell'arte concettuale come Joseph Kosuth e Lawrence Weiner, artisti come Dan Graham che hanno sviluppato in direzioni diverse un'analisi concettuale della percezione e dell'esperienza, ed altri, non tradizionalmente definiti come "concettuali", che hanno invece agito nell'ambito della performance, dell'installazione e dell'esplorazione del lato misterioso e meno razionale della mente, come Joan Jonas e Susan Hiller. La mostra si articola in cinque personali presentate in successive scadenze da Carolyn Christov-Bakargiev: Lawrence Weiner (28 marzo - 30 luglio), Susan Hiller (11 aprile - 30 luglio), Dan Graham (29 aprile - 30 luglio), Joseph Kosuth (16 maggio - 30 luglio), Joan Jonas (30 maggio - 30 luglio). Ogni personale presenta opere storiche accanto a progetti piu' recenti o inediti dell'artista. Grazie a Fondazione CRT Progetto Arte Moderna e Contemporanea, sette delle opere presentate entrano nella collezione permanente del Castello di Rivoli.

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Lawrence Weiner
Periodo: 28 marzo - 30 luglio 2006
Per Lawrence Weiner (New York, 1942), il linguaggio verbale e' un vero e proprio materiale scultoreo. Nella seconda meta' degli anni Sessanta e negli anni Settanta si pone all'attenzione della critica internazionale per le sue installazioni, i libri e le riflessioni teoriche. Il suo lavoro e' incentrato principalmente sull'investigazione del rapporto tra le persone e le cose, attraverso la semplice presentazione di parole nello spazio. Le sue opere sono spesso riflessioni sulle qualita' di un luogo ed offrono uno dei migliori esempi di arte liberata dalle convenzioni tradizionali della scultura. I suoi lavori piu' conosciuti consistono in interventi testuali sulle pareti dello spazio espositivo. In essi i testi descrivono processi, materiali e strutture che ogni spettatore puo' immaginare liberamente.

In occasione della personale l'artista americano realizzera' un'opera specificatamente ideata e realizzata per il Museo. Made to prduce a spark, 2006 e' un intervento sui muri perimetrali dello scalone centrale del Castello. Oltre a questa installazione, vengono presentate due opere storiche degli anni Settanta, A REMOVAL OF THE CORNER OF A RUG IN USE (UNA RIMOZIONE DELL'ANGOLO DA UN TAPPETO IN USO), 1969 e ...IN AS MUCH AS / IN AS MUCH AS... (...PER QUANTO / PER QUANTO...), 1972. Le tre opere sono acquisite dalla Fondazione CRT per la collezione permanente del Museo.

Nell'ambito della rassegna, lunedi' 27 marzo alle ore 18 si terra' un incontro con l'artista e Carolyn Christov-Bakargiev.

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Susan Hiller
Periodo: 11 aprile - 30 luglio 2006
Susan Hiller (1940), nasce in Florida per poi trasferirsi a Londra dove inizia la propria carriera artistica negli anni Settanta. Studia antropologia ed entra in contatto con gli ambienti femministi. Si pone all'attenzione della critica per la pratica artistica innovativa che utilizza sia la carta da parati ed altri elementi della cultura popolare, sia la scrittura automatica e fenomeni extrasensoriali. I lavori della Hiller sondano il male, il sogno, l'irruzione dell'inconscio nel quotidiano (dal rapporto con gli UFO, all'esperienza del risveglio dal coma, a quella dei fenomeni paranormali), ponendo uno sguardo sia concettuale sia antropologico sui funzionamenti misteriosi e nascosti del pensiero, sul rapporto tra mondo visibile e mondo invisibile, sulla follia. Le sue opere consistono in installazioni complesse (foto, pupazzi, opere di gruppo, oggetti, sculture), libri, performance. Divenuta una figura molto influente per le ultime generazioni di artisti internazionali, le sue installazioni fanno parte delle collezioni di musei come la Tate Modern di Londra. Al Castello di Rivoli, Hiller presenta una delle sue prime installazioni e un lavoro recente.

Dedicated to the Unknown Artists (Dedicato agli artisti sconosciuti), 1972-76, e' stata realizzata raccogliendo 350 cartoline postali e costruendo tabelle che le interpretano alludendo al metodo dell'archiviazione. In Witness (Testimone), installazione sonora realizzata nel 2000, commissionata da Artangel e presentata in una chiesa di Londra, lo spettatore attraversa un labirinto acustico creato da voci registrate di persone che raccontano esperienze paranormali.

Lunedi' 10 aprile alle ore 18 si terra' un incontro con l'artista e Adam Szymczyk, direttore della Kunsthalle di Basilea.

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Dan Graham
Periodo: 29 aprile - 30 luglio 2006
Dan Graham (Urbana, Illinois, 1942), eclettico e inventivo artista concettuale, pioniere della performance e della video arte, si e' confrontato con vari mezzi espressivi. Alla meta' degli anni Sessanta inizia il suo percorso artistico con una serie di opere in cui utilizza testi e fotografie. Pubblica i propri lavori su pagine destinate alla pubblicita' di riviste a larga diffusione, innestando un procedimento concettuale diametralmente opposto a quello praticato dalla Pop Art. Negli anni successivi crea performance, video e film, interessandosi alla complessa relazione esistente tra l'opera d'arte e il pubblico, impiegando telecamere collegate a monitor che permettono al visitatore di vedere la propria immagine in un contesto spazio-temporale sfalsato rispetto alla realta'.

A partire dagli anni Ottanta, l'artista realizza padiglioni in metallo e vetro, strutture percorribili con superfici specchianti, riflettenti o opache, in cui la sensazione di straniamento viene accentuata e l'indagine sul ruolo del visitatore e sulla definizione dell'opera d'arte rispetto al contesto viene ulteriormente approfondita. In mostra Dan Graham presenta i suoi primi cinque film/performance: Sunrise to Sunset, 1969; Binocular Zoom, 1969-70; Roll, 1970; Helix/Spiral, 1973; Helix/Spiral (Simone Forti), 1973 e una grande opera recente: Children's Day Care, CD-Rom, Cartoon and Computer Screen Library Project, 1998-2000. Quest'ultima e' composta da un padiglione di grandi dimensioni (228,6 x 751,8 x 693,4 cm) con una postazione per CD-Rom come in una mediateca di cartoni animati per bambini. Le parti in specchio senza fondo, con un effetto anamorfico, da un lato ingrandiscono l'immagine dei bambini che percorrono lo spazio, dall'altro la riducono creando un labirinto tra realta' e virtualita'. Le opere entrano a far parte della collezione permanente del Museo grazie a Fondazione CRT Progetto Arte Moderna e Contemporanea.

Venerdi' 28 aprile alle ore 18 si terra' un incontro con l'artista e Chrissie Iles, Curatore al Whitney Museum of American Art, New York.

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Joseph Kosuth
Periodo: 16 maggio - 30 luglio 2006
Joseph Kosuth (Toledo, Ohio, 1945) e' tra i primi artisti dell'arte concettuale. Reagendo sia all'espressionismo della pittura informale, sia all'accentuazione della fisicita' dell'oggetto artistico e alla forte rappresentazione iconica nella Pop Art, Kosuth prende dalla meta' degli anni Sessanta una posizione radicale: operare nell'ambito dell'arte ma al contempo spostando l'oggetto del lavoro artistico in una dimensione strettamente mentale e sottolineando l'aspetto linguistico dell'opera. L'arte "e'" il pensare l'arte stessa ed e' questa nozione tautologica ad essere alla base della sua metodologia.

Metodologia applicata sin dalle Protoinvestigations, del 1965 (in cui presentava, accostati, un oggetto, la sua immagine e la sua definizione tratta dal dizionario) e nelle sue prime opere maggiori con la scrittura in tubi al neon che definisce se stessa. Nel suo saggio L'arte dopo la filosofia, 1969, uno dei principali testi alla base del pensiero teorico sull'arte concettuale scrive: "gli oggetti sono concettualmente irrilevanti alla condizione dell'arte". L'arte quindi tende ad avere sempre meno significato emozionale per proporsi come lucida razionalita' ed indagine. Dopo le prime opere, Kosuth sviluppa il suo interesse linguistico verso l'osservazione e la critica dell'intero contesto della comunicazione artistica e realizza grandi installazioni.

Da sempre interessato a Freud e alla psicanalisi, a Duchamp e alla nozione di Readymade, a Wittgenstein e alla filosofia del linguaggio, Kosuth ha indagato la natura linguistica delle proposizioni artistiche nei vari contesti sociali, istituzionali, psicologici ed etnologici, ampliando i confini tradizionali del ruolo dell'artista. Kosuth presentera', oltre all'opera storica Seeing reading (orange), 1979, il progetto in-situ Project for Castello di Rivoli, 2004, allestito sul tetto della Manica Lunga. Entrambe entrano a far parte della collezione del Castello di Rivoli. Saranno inoltre esposte Neon Electric Light English Glass Letters Violet Eight (Neon luce elettrica lettere inglesi vetro viola otto), 1965 e Una e tre sedie, 1965.

Lunedi' 15 maggio alle ore 18 si terra' un incontro con l'artista e Ray Monk, professore di filosofia all'Universita' di Southampton.

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Joan Jonas
Periodo: 30 maggio - 30 luglio 2006
Joan Jonas (New York, 1936) e' tra le prime e piu' innovative artiste della Performance Art. Alla fine degli anni Sessanta, partendo dalla scultura, Jonas trasformo' le sue opere in un luogo d'incontro tra spettatore e artista utilizzando superfici specchianti. Con esse si viene a creare una coreografia di gesti ed azioni che suggeriscono miti e riti da scoprire, nonche' una dilatazione temporale dell'opera d'arte. Gli artisti-performer, utilizzando specchi incollati ai propri abiti o portati a mano e posti in movimento, frammentavano lo spazio visivo in una miriade di punti di vista differenti.

Riflessi negli specchi, gli spettatori diventavano parte dei lavori in uno spazio vertiginoso che si frantumava e si moltiplicava. Jonas ha presentato le sue prime performances in gallerie e in luoghi non deputati all'arte come palestre, "loft", spazi urbani abbandonati o in aree all'aperto, come le spiagge. Lo specchio viene dopo poco sostituito da videocamere che registrano dal vivo i performers. Le immagini ottenute vengono ri-proiettate nel corso dell'evento stesso. Nelle installazioni piu' recenti, maggiormente narrative, l'artista "riattualizza" spesso le sue prime performances accostando la documentazione filmata delle prime azioni a oggetti scenografici e materiali vari. In mostra verranno presentate una nuova e inedita performance, realizzata appositamente per questa occasione, nonche' due installazioni tratte da performances tra le piu' significative: Mirage (1976-2005) e The Shape, the Scent, the Feel of Things (2004-2005).

Lunedi' 29 maggio alle ore 18 si terra' un incontro con l'artista e Lynne Cooke, Curatore al DIA Center for the Arts, New York.

La rassegna si apre con la personale dedicata all'artista americano Lawrence Weiner. La mostra, come ogni personale parte del progetto Concetto, Corpo e Sogno, presenta opere storiche e un progetto inedito. Weiner nasce nel Bronx, New York, nel 1942. Alla fine degli anni Cinquanta e nei primi Sessanta viaggia negli Stati Uniti, in Messico e Canada. La sua prima mostra personale e' del 1960 a Mill Valley in California. Dalla seconda meta' degli anni Sessanta si pone all'attenzione internazionale per grandi installazioni, libri d'artista e riflessioni teoriche. Con la smaterializzazione dell'oggetto d'arte nel campo del linguaggio e dell'esperienza, la sua opera ha contribuito a liberare l'arte dalla necessita' di usare tecniche o materiali specifici. Le sue parole - scritte sugli edifici, sui muri delle gallerie, nei suoi libri d'artista, su spille, cantate da gruppi di musica country o in animazioni su dvd - sono presentazioni di possibili opere d'arte che possono concretizzarsi in innumerevoli forme.

Tra le personali si segnalano quelle tenute alla Westfalischer Kunstverein di Munster nel 1972, allo Stedelijk Van Abbemuseum di Eindhoven e alla Kunsthalle di Basilea nel 1976 e, nel 1983, alla Kunsthalle di Berna. Tra le personali recenti ricordiamo quella alla Deutsche Guggenheim di Berlino nel 2000 e, nel 2004, al Museo Tamayo Arte Contempora'neo di Citta' del Messico. Numerose le partecipazioni a rassegne collettive dalla fine degli anni Sessanta ad oggi. Nel 1968 espone allo Stedelijk Museum di Amsterdam e, nel 1970, alla Galleria Civica d'Arte Moderna di Torino. Nel 1972 partecipa a Documenta 5 a Kassel.

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SecretSybil

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Mostra al Castello di Rivoli
« Reply #1 on: May 23, 2006, 06:39:18 PM »
Grandi info dettagliate!  :cool:  :thumbsup:

vanev

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Mostra al Castello di Rivoli
« Reply #2 on: July 06, 2006, 09:45:55 PM »
Beh alla fine oggi ci sono andata con i bimbi, ci torner? sicuramente, anche perch? abbiamo fatto un percorso adatto a loro e abbiamo mischiato le installazioni della Hiller ad altre cose della Permanente. Ci torner? per fare foto (anche se non si pu? e tentare questa volta non sarebbe stato un buon esempio di rispetto delle regole) e non mi sono goduta proprio al massimo la mostra perch? c'era l'occhio vigilante sui piccolini  :)
 
Mi sento di sprecare due parole sull'installazione "Witness" (Testimone)


Mi ha colpito moltissimo, i bimbi erano meravigliati e si sono improvvisamente calmati alla vista della leggera luce blu che irraggiava la stanza. Le catenelle che scendevano dal soffitto sembravano brillare, ad ognuna era legata un altoparlante.
La struttura ? a croce centrale, nel senso che ci sono 4 vie per entrare nell'installazione e raggiungere il centro, ma le vie sono fatte apposta per stimolare l'esplorazione e perdersi tra i vari altoparlanti. Una volta avvicinato uno di essi all'orecchio si ascolta la voce di una persona che racconta la sua esperienza con i fenomeni soprannaturali, incontri con extraterrestri e avvistamenti UFO. Ci si perde anche tra le voci, italiano, inglese, spagnolo, tedesco..Ognuna racconta una storia diversa.
Queste voci che non escono da un'unica cassa rappresentano la frammentazione della comunicazione, ognuno parla per conto suo. Le voci sono piene di rumori di fondo e le persone hanno tutte il loro accento, sono persone comuni, le storie sono presentate con i loro errori e incongruenze.
Non c'? metodit? e non c'? una mappa dei sogni..
Andate a farvi un giretto :happy:
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