*

Menu

Welcome, Guest. Please login or register.
Did you miss your activation email?
December 12, 2024, 03:07:07 PM

Login with username, password and session length

343 Guests, 0 Users

Author Topic: transessualismo e teatro  (Read 1437 times)

ufficiostampa

  • Newbie
  • *
  • Posts: 3
    • View Profile
transessualismo e teatro
« on: November 08, 2008, 11:23:50 PM »
STIAMO RACCOGLIENDO ADESIONI PER CHIUNQUE FOSSE INTERESSATO AD UN WORKSHOP SULLE TEMATICHE DELL'IDENTITA' DI GENERE E DELL'ADEGUAMENTO DEL SESSO LEGATE AD UNA MITOLOGIA TEATRALE CHE SEMPRE PIU' CI RICHIAMA ALL'OGGI-
Sempre più il teatro si rivolge al  tema legato alla problematica dell’Identità di Genere, utilizzando testi di opere classiche di grandi autori, conosciuti(e) e sconosciuti(e) come Euripide, Eschilo, Sofocles, Seneca, Racine, W. Shakespeare e tanti altri, le cui opere ed il cui pensiero appaiono ancora estremamente attuali.
L’equilibrio tra il corpo e la mente è fondamentale per costruire la propria “identità di genere”: quando questo non avviene, per questione naturale, è necessario adeguare l’identità fisica alla identità psichica.
Il racconto mitologico serve di spunto per informare e sensibilizzare attraverso l’arte e la cultura sulle problematiche delle persone con il disagio dell’identità de genere, sia a livello personale che sociale.
La problematica del disagio sociale delle persone Transgender è conosciuta solo in un ambiente ristrettamente riservato. L’opinione pubblica è disinformata e disinteressata. Perciò, non è messa in condizione, a prescindere dalla buona volontà, di fornire un aiuto alle persone per superare questo disagio. La Società, non conoscendo la base della problematica, e non riuscendo a capire, non la accetta e ne ignora l’ esistenza. Forse ha paura di fare del male, allora tiene un comportamento passivo: “Esiste, ma facciamo finta che non vi sia alcun problema”. Tollerare vuol dire anche accettare. Ma gran parte delle persone, in questa moderna Società, tollerano senza accettare la “visibilità” di ciò che è definito diverso, forse perché l’umanità ancora non capisce perché la Natura è variegata.
Anche le persone che non riescono a capire la infinità di “porte aperte” e di “strade interminabili”, che si presentano nel corso della vita, si sentono “Mostri” e sono costrette a chiudersi, ognuna nel proprio “labirinto”. Solo la consapevolezza può aiutare a integrarsi e vivere una vita più serena.
La salvezza sta nel conoscersi e accettarsi e percepire che nel mondo esiste una infinita mutazione naturale di forme, che si intrecciano nella vita come in un gioco di specchi. Come Asterione, nel Minotauro: “ Ah! Se solo il mio udito potesse distinguere tutti i rumori del mondo. Voglia il cielo che mi porti in un luogo con meno corridoi e meno porte ! Che aspetto avrà il mio salvatore? Forse sarà un toro con la testa di un uomo o di una donna? O forse sarà simile a me?”
Una problematica che si riscontra anche in altri miti arcaici con diverse tematiche non ultima quella della possibilità o meno di vivere una affettività materna come nel mito appunto di Medea.

GLI INTERESSATI POSSONO RISPONDERE A QUESTO FORUM,E SARANNO CONTATTATI
GRAZIE-G.B.STUDIO