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Neuro-economia, neuro-marketing, neuro-etica, neuroestetica.Sono solo alcune delle etichette che ogni giornole riviste specializzate e i quotidiani generalisti diffondo perspiegare una nuova scoperta sulla mente umana. Una verae propria neuro-realtà ci viene descritta attraverso concettiche si mischiano a numeri e a immagini tanto misteriosequanto affascinanti.Ma in cosa consiste questa realtà ? Come ci può aiutarea comprendere la mente e il comportamento dell’uomo ?Può esistere allora una scienza della mente?E può essere utile a comprendere le nostre scelte, quellesemplici che affrontiamo tutti i giorni, e quelle difficili,come quelle economiche che chiamano in causa valorioggettivi, perdite reali o reali guadagni ?In una prospettiva, che potremmo definire riduzionista,la scienza della mente è essenzialmente una scienzadel cervello. Secondo quest’approccio, le neuroscienze,la fisica, la genetica e la matematica potrebbero decifrarei meccanismi profondi del cervello e con essi spiegarei concetti analizzati dagli psicologici, così comedai sociologici, gli storici e gli economisti.La scienza cognitiva rappresenta un campo disciplinarein cui la mente umana viene analizzata da diverseprospettive. La multi-disciplinarità rappresenta, infatti,la condizione necessaria per la comprensione dei fenomenimentali e, in ultima istanza, del comportamento umano.Ogni qual volta infatti ci chiediamo perché l’uomo attuiuna certa condotta, perché in una data situazione si èportati a fare certe scelte piuttosto che altre, ci stiamoin realtà chiedendo come la mente umana funzioni.Non tutti gli studiosi però si sentono a proprio agio con unsimile approccio. Infatti, analizzando solo il cervello, seppure inmodo molto sofisticato, non è semplice dare ragione dellacomplessità umana, della sue sfaccettature e spiegare l’ampiavariabilità della condotta umana. Condotta che, almeno aposteriori, appare guidata anche da fattoriche risiedono al di fuori del cervello: la cultura, l’esperienza, lerelazioni interpersonali, il contesto specifico di una certa scelta.Come possiamo spiegare, ad esempio, il comportamentodell’uomo di fronte a quel fenomeno socio-economicoche ormai è noto come “La crisi”, partendo soloda considerazioni cerebro-funzionali ?Quale approccio è quindi più proficuo?E quale integrazione è possibile in un’ottica che consideritanto le quotidiane scoperte sul funzionamento deineuroni, quanto la complessità dell’esperienza umana ?