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Author Topic: Stay hungry, stay foolish!!  (Read 3082 times)

SecretSybil

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Stay hungry, stay foolish!!
« on: May 11, 2006, 12:36:18 PM »
Cavoli, mi sono accorta adesso di non aver ancora messo sul forum questo FANTASTICO discorso....perci?, eccolo qui! :happy:


Jobs agli studenti di Stanford: "Non accontentatevi mai"
12 giugno 2005


"Il vostro dovere ? non accontentarvi e pensare l'impossibile". Questo il consiglio di Steve Jobs ai laureati di Stanford ai quali ha parlato nei giorni scorsi. Ecco, tradotto, l'intervento del fondatore Apple che ? un sunto
della sua filosofia.

Lo scorso 12 giugno ? stata la giornata speciale per i laureandi di Stanford, una delle pi? famose universit? al mondo, con sede nel cuore della Silicon Valley. Ma ? stata anche la giornata speciale di Steve Jobs, invitato a tenere il commencement address, il discorso augurale per i neo-laureati. Una occasione unica per raccontare se stesso, che Jobs ha colto con inedita sincerit?, come potrete vedere qui di seguito, leggendo il testo integrale dell'intervento.

Sono onorato di essere qui con voi oggi alle vostre lauree in una delle migliori universit? del mondo. Io non mi sono mai laureato. Anzi, per dire la verit?, questa ? la cosa pi? vicina a una laurea che mi sia mai capitata. Oggi voglio raccontarvi tre storie della mia vita. Tutto qui, niente di eccezionale: solo tre storie.
La prima storia ? sull'unire i puntini. Ho lasciato il Reed College dopo il primo semestre, ma poi ho continuato a frequentare in maniera ufficiosa per altri 18 mesi circa prima di lasciare veramente. Allora, perch? ho mollato? E' cominciato tutto prima che nascessi. Mia madre biologica era una giovane
studentessa di college non sposata, e decise di lasciarmi in adozione. Riteneva con determinazione che avrei dovuto essere adottato da laureati, e fece in modo che tutto fosse organizzato per farmi adottare fin dalla nascita da un avvocato e sua moglie. Per? quando arrivai io loro decisero all'ultimo minuto che avrebbero voluto adottare una bambina. Cos? quelli che poi sono diventati i miei genitori adottivi e che erano in lista d'attesa, ricevettero una chiamata nel bel mezzo della notte che gli diceva: "C'? un bambino, un
maschietto, non previsto. Lo volete voi?" Loro risposero: "Certamente". Pi? tardi mia madre biologica scopr? che mia madre non si era mai laureata al college e che mio padre non aveva neanche finito il liceo. Rifiut? di
firmare le ultime carte per l'adozione. Poi accett? di farlo, mesi dopo, solo quando i miei genitori adottivi promisero formalmente che un giorno io sarei andato al college.
Diciassette anni dopo andai al college. Ma ingenuamente ne scelsi uno altrettanto costoso di Stanford, e tutti i risparmi dei miei genitori finirono per pagarmi l'ammissione e i corsi. Dopo sei mesi, non riuscivo a vederci nessuna vera opportunit?. Non avevo idea di quello che avrei voluto fare della mia vita e non vedevo come il college potesse aiutarmi a capirlo. Eppure ero l?, che spendevo tutti quei soldi che i miei genitori avevano messo da parte lavorando per tutta la loro vita. Cos? decisi di mollare e avere fiducia che tutto
sarebbe andato bene lo stesso. Era molto difficile all'epoca, ma guardandomi indietro ritengo che sia stata una delle migliori decisioni che abbia mai preso.
Nell'attimo che mollai il college, potei anche smettere di seguire i corsi che non mi interessavano e cominciai invece a capitare nelle classi che trovavo pi? interessanti. Non ? stato tutto rose e fiori, per?. Non avevo pi? una camera nel dormitorio, ed ero costretto a dormire sul pavimento delle camere dei miei amici.
Guadagnavo soldi riportando al venditore le bottiglie di Coca Cola vuote per avere i cinque centesimi di deposito e poter comprare da mangiare. Una volta la settimana, alla domenica sera, camminavo per sette miglia attraverso la citt? per avere finalmente un buon pasto al tempio Hare Krishna: l'unico della settimana. Ma tutto quel che ho trovato seguendo la mia curiosit? e la mia intuizione ? risultato essere senza prezzo, dopo. Vi faccio subito un esempio. Il Reed College all'epoca offriva probabilmente la miglior formazione del Paese relativamente alla calligrafia. Attraverso tutto il campus ogni poster, ogni etichetta, ogni cartello era scritto a mano con calligrafie meravigliose. Dato che avevo mollato i corsi ufficiali, decisi che avrei seguito la classe di calligrafia per imparare a scrivere cos?. Fu l? che imparai dei caratteri serif e
san serif, della differenza tra gli spazi che dividono le differenti combinazioni di lettere, di che cosa rende grande una stampa tipografica del testo. Fu meraviglioso, in un modo che la scienza non ? in grado di offrire, perch? era artistico, bello, storico e io ne fui assolutamente affascinato.
Nessuna di queste cose per? aveva alcuna speranza di trovare una applicazione pratica nella mia vita. Ma poi, dieci anni dopo, quando ci trovammo a progettare il primo Macintosh, mi torn? tutto utile. E lo
utilizzammo tutto per il Mac. E' stato il primo computer dotato di una meravigliosa capacit? tipografica. Se non avessi mai lasciato il college e non avessi poi partecipato a quel singolo corso, il Mac non avrebbe probabilmente mai avuto la possibilit? di gestire caratteri differenti o font spaziati in maniera proporzionale. E dato che Windows ha copiato il Mac, ? probabile che non ci sarebbe stato nessun personal computer con quelle capacit?. Se non avessi mollato il college, non sarei mai riuscito a frequentare quel corso di calligrafia
e i persona computer potrebbero non avere quelle stupende capacit? di tipografia che invece hanno.
Certamente all'epoca in cui ero al college era impossibile unire i puntini guardando il futuro. Ma ? diventato molto, molto chiaro dieci anni dopo, quando ho potuto guardare all'indietro. Di nuovo, non ? possibile unire i
puntini guardando avanti; potete solo unirli guardandovi all'indietro. Cos?, dovete aver fiducia che in qualche modo, nel futuro, i puntini si potranno unire. Dovete credere. Questo tipo di approccio non mi ha mai lasciato
a piedi e invece ha sempre fatto la differenza nella mia vita.

La mia seconda storia ? a proposito dell'amore e della perdita. Sono stato fortunato: ho trovato molto presto che cosa amo fare nella mia vita. Woz e io abbiamo fondato Apple nel garage della casa dei miei genitori quando avevo appena 20 anni. Abbiamo lavorato duramente e in 10 anni Apple ? cresciuta da
un'azienda con noi due e un garage in una impresa da due miliardi di dollari con oltre quattromila dipendenti.
L'anno prima avevamo appena realizzato la nostra migliore creazione - il Macintosh - e io avevo appena compiuto 30 anni, e in quel momento sono stato licenziato. Come si fa a venir licenziati dall'azienda che hai creato? Beh, quando Apple era cresciuta avevamo assunto qualcuno che ritenevo avesse molto talento e capacit? per guidare l'azienda insieme a me, e per il primo anno le cose sono andate molto bene. Ma poi le nostre visioni del futuro hanno cominciato a divergere e alla fine abbiamo avuto uno scontro. Quando questo successe, il Consiglio di amministrazione si schier? dalla sua parte. Quindi, a 30 anni io ero fuori. E in maniera plateale. Quello che era stato il principale scopo della mia vita adulta era andato e io ero devastato da questa cosa. Non ho saputo davvero cosa fare per alcuni mesi. Mi sentivo come se avessi tradito la generazione di imprenditori prima di me - come se avessi lasciato cadere la fiaccola che mi era stata passata. Incontrai David Packard e Bob Noyce e tentai di scusarmi per aver rovinato tutto cos?  malamente. Era stato un fallimento pubblico e io presi anche in considerazione l'ipotesi di scappare via dalla Silicon Valley. Ma qualcosa lentamente cominci? a crescere in me: ancora amavo quello che avevo fatto. L'evolvere degli eventi con Apple non avevano cambiato di un bit questa cosa. Ero stato respinto, ma ero sempre innamorato. E per questo decisi di ricominciare da capo.
Non me ne accorsi allora, ma il fatto di essere stato licenziato da Apple era stata la miglior cosa che mi potesse succedere. La pesantezza del successo era stata rimpiazzata dalla leggerezza di essere di nuovo un debuttante, senza pi? certezze su niente. Mi liber? dagli impedimenti consentendomi di entrare in uno dei periodi pi? creativi della mia vita. Durante i cinque anni successivi fondai un'azienda chiamata NeXT e poi un'altra azienda, chiamata Pixar, e mi innamorai di una donna meravigliosa che sarebbe diventata mia
moglie. Pixar si ? rivelata in grado di creare il primo film in animazione digitale, Toy Story, e adesso ? lo studio di animazione pi? di successo al mondo. In un significativo susseguirsi degli eventi, Apple ha comprato NeXT, io sono ritornato ad Apple e la tecnologia sviluppata da NeXT ? nel cuore dell'attuale
rinascimento di Apple. E Laurene e io abbiamo una meravigliosa famiglia. Sono sicuro che niente di tutto questo sarebbe successo se non fossi stato licenziato da Apple. E' stata una medicina molto amara, ma ritengo che fosse necessaria per il paziente. Qualche volta la vita ti colpisce come un mattone in testa. Non perdete la fede, per?. Sono convinto che l'unica cosa che mi ha trattenuto dal mollare tutto sia stato l'amore per quello che ho fatto. Dovete trovare quel che amate. E questo vale sia per il vostro lavoro che per i vostri
affetti. Il vostro lavoro riempir? una buona parte della vostra vita, e l'unico modo per essere realmente soddisfatti ? fare quello che riterrete un buon lavoro. E l'unico modo per fare un buon lavoro ? amare quello che fate. Se ancora non l'avete trovato, continuate a cercare. Non accontentatevi. Con tutto il cuore, sono sicuro che capirete quando lo troverete. E, come in tutte le grandi storie, diventer? sempre migliore mano a mano che gli anni passano. Perci?, continuate a cercare sino a che non lo avrete trovato. Non vi accontentate.

La mia terza storia ? a proposto della morte. Quando avevo 17 anni lessi una citazione che suonava pi? o meno cos?: "Se vivrai ogni giorno come se fosse l'ultimo, sicuramente una volta avrai ragione". Mi colp? molto e da allora, per gli ultimi 33 anni, mi sono guardato ogni mattina allo specchio  chiedendomi: "Se oggi fosse l'ultimo giorno della mia vita, vorrei fare quello che sto per fare oggi?". E ogni qualvolta la risposta ? "no" per troppi giorni di fila, capisco che c'? qualcosa che deve essere cambiato. Ricordarsi che morir?
presto ? il pi? importante strumento che io abbia mai incontrato per fare le grandi scelte della vita. Perch? quasi tutte le cose - tutte le aspettative di eternit?, tutto l'orgoglio, tutti i timori di essere imbarazzati o di fallire
- semplicemente svaniscono di fronte all'idea della morte, lasciando solo quello che c'? di realmente importante. Ricordarsi che dobbiamo morire ? il modo migliore che io conosca per evitare di cadere nella trappola di chi pensa che avete qualcosa da perdere. Siete gi? nudi. Non c'? ragione per non seguire il vostro cuore.
Pi? o meno un anno fa mi ? stato diagnosticato un cancro. Ho fatto la scansione alle sette e mezzo del mattino e questa ha mostrato chiaramente un tumore nel mio pancreas. Non sapevo neanche che cosa fosse un pancreas. I dottori mi dissero che si trattava di un cancro che era quasi sicuramente di tipo incurabile e che sarebbe stato meglio se avessi messo ordine nei miei affari (che ? il codice dei dottori per dirti di prepararti a morire). Questo significa prepararsi a dire ai tuoi figli in pochi mesi tutto quello che pensavi avresti avuto ancora dieci anni di tempo per dirglielo. Questo significa essere sicuri che tutto sia stato organizzato in modo tale che per la tua famiglia sia il pi? semplice possibile. Questo significa prepararsi a dire i tuoi "addio".
Ho vissuto con il responso di quella diagnosi tutto il giorno. La sera tardi ? arrivata la biopsia, cio? il risultato dell'analisi effettuata infilando un endoscopio gi? per la mia gola, attraverso lo stomaco sino agli intestini per inserire un ago nel mio pancreas e catturare poche cellule del mio tumore. Ero sotto anestesia ma mia moglie - che era l? - mi ha detto che quando i medici hanno visto le cellule sotto il microscopio hanno cominciato a gridare, perch? ? saltato fuori che si trattava di un cancro al pancreas molto raro e curabile con un intervento chirurgico. Ho fatto l'intervento chirurgico e adesso sto bene.
Questa ? stata la volta in cui sono andato pi? vicino alla morte e spero che sia anche la pi? vicina per qualche decennio. Essendoci passato attraverso posso parlarvi adesso con un po' pi? di cognizione di causa di quando la morte era per me solo un concetto astratto e dirvi: Nessuno vuole morire. Anche le persone che vogliono andare in paradiso non vogliono morire per andarci. E anche che la morte ? la destinazione ultima che tutti abbiamo in comune. Nessuno gli ? mai sfuggito. Ed ? cos? come deve essere, perch? la Morte ?
con tutta probabilit? la pi? grande invenzione della Vita. E' l'agente di cambiamento della Vita. Spazza via il vecchio per far posto al nuovo. Adesso il nuovo siete voi, ma un giorno non troppo lontano diventerete gradualmente il vecchio e sarete spazzati via. Mi dispiace essere cos? drammatico ma ? la pura verit?. Il vostro tempo ? limitato, per cui non lo sprecate vivendo la vita di qualcun altro. Non fatevi intrappolare dai dogmi, che vuol dire vivere seguendo i risultati del pensiero di altre persone. Non lasciate che il rumore
delle opinioni altrui offuschi la vostra voce interiore. E, cosa pi? importante di tutte, abbiate il coraggio di seguire il vostro cuore e la vostra intuizione. In qualche modo loro sanno che cosa volete realmente diventare. Tutto il resto ? secondario. Quando ero un ragazzo c'era una incredibile rivista che si chiamava The Whole Earth Catalog, praticamente una delle bibbie della mia generazione. E' stata creata da Stewart Brand non molto lontano da
qui, a Menlo Park, e Stewart ci ha messo dentro tutto il suo tocco poetico. E' stato alla fine degli anni Sessanta, prima dei personal computer e del desktop publishing, quando tutto era fatto con macchine da scrivere, forbici e foto polaroid. E' stata una specie di Google in formato cartaceo tascabile, 35 anni prima che ci fosse Google: era idealistica e sconvolgente, traboccante di concetti chiari e fantastiche nozioni. Stewart e il suo gruppo pubblicarono vari numeri di The Whole Earth Catalog e quando arrivarono alla fine del loro percorso, pubblicarono il numero finale. Era pi? o meno la met? degli anni Settanta e io avevo la vostra et?. Nell'ultima pagina del numero finale c'era una fotografia di una strada di campagna di prima mattina, il tipo di strada dove potreste trovarvi a fare l'autostop se siete dei tipi abbastanza avventurosi. Sotto la foto c'erano le parole: "Stay Hungry. Stay Foolish." (siate affamati, siate folli). Era il loro messaggio di addio. Stay Hungry. Stay Foolish. Io me lo sono sempre augurato per me stesso. E adesso che vi laureate per cominciare una nuova vita, lo auguro a voi.
Stay Hungry. Stay Foolish.
Grazie a tutti.

SecretSybil

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« Reply #1 on: May 31, 2006, 11:13:03 AM »
up  :rolleyes:

stefano

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« Reply #2 on: May 31, 2006, 11:25:17 AM »
bellissimo discorso  :)

SecretSybil

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« Reply #3 on: October 07, 2007, 03:54:00 PM »
up

Dolin

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« Reply #4 on: October 07, 2007, 07:05:44 PM »
dev'essere bello sentirsi fare un discorso del genere, è un gran bel discorso, ma per almeno il 60% non sono d'accordo...

è ovvio che ognuno deve cercare di creare lui il suo solco e non seguire un solco altri, è ovvio che ci si augura di avere il coraggio di seguire sempre le intuizioni e i sentimenti.. ma è anche vero che spesso l'intuizione è figlia dell'avventatezza, certe scelte e decisioni prese in maniera avventata portano a conseguenze difficili da sopportare.. bisogna, IMHO, trovare una via di mezzo anche in questo, non rinunciare mai alla propria intuizione e voglia di libertà ma, considerando e calcolando le possibili conseguenze, cercare un giusto compromesso che ti faccia raggiungere il massimo risultato con il minimo sforzo..

insomma non condivido questa concezione di vita al cardiopalma, io sono un tipo più tranquillo, adoro ragionare e riflettere, la fretta è cattiva consigliera e il cuore batte per ragioni spesso oscure alla ragione, non sono affidabili ne l'una (la frettolosa intuizione) ne l'altra (la decisione sentimentale)

apprezzo molto l'elogio che ha fatto nei confronti dell'indipendenza del sapere, del cercare sempre e cmq di avere un'idea proprio, di non farsi oscurare dagli altri; probabilmente è un discorso un pò scontato, ma è giusto ricordarlo spesso e volentieri...


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stefano

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« Reply #5 on: October 07, 2007, 07:17:33 PM »
Quote from: Dolin

spesso l'intuizione è figlia dell'avventatezza, certe scelte e decisioni prese in maniera avventata portano a conseguenze difficili da sopportare.. bisogna non rinunciare mai alla propria intuizione e voglia di libertà ma, considerando e calcolando le possibili conseguenze, cercare un giusto compromesso che ti faccia raggiungere il massimo risultato con il minimo sforzo..

Non sono molto d'accordo. Innanzitutto è un pò fantasioso pensare di poter "incatenare" le proprie intuizioni insieme a dei ragionamenti logici..
Uno può anche pensarci e rifletterci bene, però se sente di fare la cosa che ritiene più giusta secondo me non c'è ragionamento che tenga :)
Un pò come quando uno nell'indecisione di una cosa decide di fare "testa o croce" :asd: Gli esce l'opzione che a pelle gradisce di meno e alla fine non tiene conto del lancio della moneta dicendo "non posso mica basarmi sul lancio di una moneta".. :ahah:  L'intuizione è fondamentale...io preferisco fare come i cani e seguire l'istinto..
"Cercare un giusto compromesso con massimo risultato e minimo sforzo" mi sembra un pò un ragionamento sfanziato  :dry: A parte che il giusto compromesso mi pare poco fattibile di per sè, ma cmq se vuoi avere un ottimo risultato non puoi pretendere di averlo con un minimo sforzo :asd:

bye :bye2:
« Last Edit: October 07, 2007, 07:24:05 PM by stefano »

Dolin

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« Reply #6 on: October 08, 2007, 12:41:10 AM »
dico miglior risultato in relazione al minimo sforzo e cmq si anche l'altra visione delle cose va bene, solo che è troppo radicale... la via di mezzo è al cosa migliore secondo me ....


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SecretSybil

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« Reply #7 on: October 08, 2007, 03:21:10 PM »
Quote from: Steve Jobs
Certamente all'epoca in cui ero al college era impossibile unire i puntini guardando il futuro. Ma è diventato molto, molto chiaro dieci anni dopo, quando ho potuto guardare all'indietro. Di nuovo, non è possibile unire i puntini guardando avanti; potete solo unirli guardandovi all'indietro. Così, dovete aver fiducia che in qualche modo, nel futuro, i puntini si potranno unire. Dovete credere. Questo tipo di approccio non mi ha mai lasciato a piedi e invece ha sempre fatto la differenza nella mia vita.

Con questa cosa sono d'accordo, nel senso che penso davvero che succeda, però...è una cosa che succede dopo, come dice lui "guardandoti indietro" mentre stai vivendo cosa potresti fare? ...forse non mollare qualcosa solo perchè "non ti servirà a niente nel futuro" perchè sicuramente tutto serve, questo sì...però allo stesso tempo per questa idea, mollare qualcosa potrebbe essere utile per trovare qualcosa che ti porterà a quello che vuoi davvero, o che ti ci porterà attraverso una via più veloce o migliore... Quindi in realtà nel presente questa cosa non serve a molto, e anche a vederla da dopo, è quasi ovvio "unire i puntini" perchè comunque non è che si vive a caso, un nesso logico tra quello che è successo prima e dopo c'è sempre...

Quote from: Steve Jobs
E' stata una medicina molto amara, ma ritengo che fosse necessaria per il paziente. Qualche volta la vita ti colpisce come un mattone in testa. Non perdete la fede, però. Sono convinto che l'unica cosa che mi ha trattenuto dal mollare tutto sia stato l'amore per quello che ho fatto. Dovete trovare quel che amate. E questo vale sia per il vostro lavoro che per i vostri
affetti. Il vostro lavoro riempirà una buona parte della vostra vita, e l'unico modo per essere realmente soddisfatti è fare quello che riterrete un buon lavoro. E l'unico modo per fare un buon lavoro è amare quello che fate. Se ancora non l'avete trovato, continuate a cercare. Non accontentatevi. Con tutto il cuore, sono sicuro che capirete quando lo troverete. E, come in tutte le grandi storie, diventerà sempre migliore mano a mano che gli anni passano. Perciò, continuate a cercare sino a che non lo avrete trovato. Non vi accontentate.

Sul fatto di non accontentarsi sono d'accordo, sempre però senza esagerare nell'altro senso ed eccedere nell'ambizione o nelle aspettative e trasformarsi in una persona che non si sa godere quello che ha solo perchè vuole sempre di più.

Per il fatto che "il lavoro riempirà una buona parte della vostra vita"...certo, è un dato di fatto...però lo puoi considerare in modi molto diversi... Può essere la cosa più importante della tua vita, può essere una grande passione, può essere una cosa che ti piace, può essere una cosa che ti piace poco o comunque non "ti smuove" ma la fai perchè ti permette di fare quello che davvero ti piace, oppure può essere che non ti piace per niente ma non sei in grado di trovare qualcos'altro nella tua giornata e nella tua vita che ti dia la motivazione di farlo lo stesso.
...quando lui dice "il lavoro riempirà una buona parte della vostra vita, e l'unico modo per essere realmente soddisfatti è fare quello che riterrete un buon lavoro. E l'unico modo per fare un buon lavoro è amare quello che fate." è totalmente giusto e giustissimo. Però puoi anche fare in modo che il tuo lavoro non riempia buona parte della tua Vita, ma solo della tua Giornata, e fare sì che la tua Vita sia riempita da cose che non siano il lavoro...e allora in quel caso, secondo me, ti puoi accontentare di un lavoro che non ti piace o che ti piace poco. E' questione di decidere cos'è più importante. Non bisogna decidere per forza, tante persone fanno contemporaneamente tante cose che gli piacciono (vedo ad esempio i miei genitori), dico solo che ammetto il fatto che ci si possa accontentare di un lavoro che non piace se c'è qualcos'altro di più importante per cui si rinuncia a cercare.

Quote from: Steve Jobs
La mia terza storia è a proposto della morte. Quando avevo 17 anni lessi una citazione che suonava più o meno così: "Se vivrai ogni giorno come se fosse l'ultimo, sicuramente una volta avrai ragione". Mi colpì molto e da allora, per gli ultimi 33 anni, mi sono guardato ogni mattina allo specchio  chiedendomi: "Se oggi fosse l'ultimo giorno della mia vita, vorrei fare quello che sto per fare oggi?". E ogni qualvolta la risposta è "no" per troppi giorni di fila, capisco che c'è qualcosa che deve essere cambiato. Ricordarsi che morirò presto è il più importante strumento che io abbia mai incontrato per fare le grandi scelte della vita. Perchè quasi tutte le cose - tutte le aspettative di eternità, tutto l'orgoglio, tutti i timori di essere imbarazzati o di fallire - semplicemente svaniscono di fronte all'idea della morte, lasciando solo quello che c'è di realmente importante. Ricordarsi che dobbiamo morire è il modo migliore che io conosca per evitare di cadere nella trappola di chi pensa che avete qualcosa da perdere. Siete già nudi. Non c'è ragione per non seguire il vostro cuore.

ehhhh beh...
Sì, indubbiamente pensare ogni giorno questa cosa ti smuove... ...però potrebbe anche avere l'effetto opposto: se domani posso morire, che senso ha fare qualsiasi cosa?
e allora...W robot edonista!
L'importante è sicuramente farsi sempre delle domande sul senso di quello che si fa, su come si collocano nella storia generale...non andare avanti giorni e giorni per inerzia...


Se ci ragiono punto per punto, questo discorso contiene molte cose che non condivido del tutto, però in parte sì...ma la cosa che mi piace è l'atmosfera in generale, il fatto che parli di cose che ti fanno riflettere...che ti porta a trovare le tue risposte alle "domande" che ti fa...


Quote from: Dolin
è ovvio che ognuno deve cercare di creare lui il suo solco e non seguire un solco altri, è ovvio che ci si augura di avere il coraggio di seguire sempre le intuizioni e i sentimenti.. ma è anche vero che spesso l'intuizione è figlia dell'avventatezza, certe scelte e decisioni prese in maniera avventata portano a conseguenze difficili da sopportare.. bisogna, IMHO, trovare una via di mezzo anche in questo, non rinunciare mai alla propria intuizione e voglia di libertà ma, considerando e calcolando le possibili conseguenze, cercare un giusto compromesso che ti faccia raggiungere il massimo risultato con il minimo sforzo..

insomma non condivido questa concezione di vita al cardiopalma, io sono un tipo più tranquillo, adoro ragionare e riflettere, la fretta è cattiva consigliera e il cuore batte per ragioni spesso oscure alla ragione, non sono affidabili ne l'una (la frettolosa intuizione) ne l'altra (la decisione sentimentale)

apprezzo molto l'elogio che ha fatto nei confronti dell'indipendenza del sapere, del cercare sempre e cmq di avere un'idea proprio, di non farsi oscurare dagli altri; probabilmente è un discorso un pò scontato, ma è giusto ricordarlo spesso e volentieri...

sinceramente questo elogio nei confronti dell'indipendenza del sapere io non lo trovo  :nosweat:

Comunque sono totalmente d'accordo sul fatto che bisogna trovare una via di mezzo tra la scelta d'istinto e la scelta ragionata...propendendo sempre più per la seconda. Nel senso...l'intuizione e lo stomaco/il cuore/quello che volete (oddio, m'è uscita male...  :asd: però fa ridere, ormai non la cambio...) ti possono dare la scintilla da cui partire, però poi dall'idea alla pratica ci deve essere in mezzo la ragione per sistemare quello che era stato partorito d'istinto...

Quote from: stefano
Non sono molto d'accordo. Innanzitutto è un pò fantasioso pensare di poter "incatenare" le proprie intuizioni insieme a dei ragionamenti logici..
Uno può anche pensarci e rifletterci bene, però se sente di fare la cosa che ritiene più giusta secondo me non c'è ragionamento che tenga :)

non sono d'accordo

Quote from: stefano
Un pò come quando uno nell'indecisione di una cosa decide di fare "testa o croce" :asd: Gli esce l'opzione che a pelle gradisce di meno e alla fine non tiene conto del lancio della moneta dicendo "non posso mica basarmi sul lancio di una moneta".. :ahah:  L'intuizione è fondamentale...io preferisco fare come i cani e seguire l'istinto..

non capisco l'esempio...
Allora...all'inizio sei indeciso, quindi non hai nessuna istinto da seguire... Poi fai testa o croce, quindi senza seguire nè l'istinto (che comunque non c'era) nè la ragione. Poi però non segui il caso, ma ragioni e dici "scelgo io, non la moneta". E poi in realtà non scegli ragionando, ma seguendo l'istinto...ma quale, se all'inizio eri indeciso?
 :wacko:

Quote from: Dolin
dico miglior risultato in relazione al minimo sforzo

così ancora non è super chiaro... :happy:
Stefano, Dolin dice che lui ha in mente il miglior risultato e vuole raggiungere quello. Poi tra le varie opzioni per raggiungere il miglior risultato, sceglie quella che richiede il minimo sforzo (ma che quindi porta comunque al miglior risultato).

stefano

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Stay hungry, stay foolish!!
« Reply #8 on: October 08, 2007, 03:38:02 PM »
Quote from: SecretSybil
e allora...W robot edonista!

non capisco l'esempio...
Allora...all'inizio sei indeciso, quindi non hai nessuna istinto da seguire... Poi fai testa o croce, quindi senza seguire nè l'istinto (che comunque non c'era) nè la ragione. Poi però non segui il caso, ma ragioni e dici "scelgo io, non la moneta". E poi in realtà non scegli ragionando, ma seguendo l'istinto...ma quale, se all'inizio eri indeciso?
 :wacko:

così ancora non è super chiaro... :happy:
Stefano, Dolin dice che lui ha in mente il miglior risultato e vuole raggiungere quello. Poi tra le varie opzioni per raggiungere il miglior risultato, sceglie quella che richiede il minimo sforzo (ma che quindi porta comunque al miglior risultato).

Robot edonista :laugh:

Ordunque, quello che intendevo dire con l'esempio della moneta è che nell'indecisione tra 2 cose (una più sentita e l'altra più ragionata) se alla fine viene fuori la scelta più ragionata in realtà secondo me si tiene meno conto del risultato del lancio della monetina che non se fosse saltata fuori l'opzione più istintiva...
Questo per dire che 1) il compromesso tra istinto e ragione viene meno 2) tra le due si preferisce (o cmq secondo me si dovrebbe preferire) la "sensazione a pelle" (schifo di termine ma era per non ripetere istinto il quale sà cmq di animalesco e quindi non mi piace neppure questa :laugh: )

Per quel che riguarda la questione miglior risultato/minimo sforzo direi che dipende dalle circostanze...di solito per ottenere un buon risultato non ci si può esimere dal fare uno sforzo leggermente superiore al minimo..
 :bye2:
« Last Edit: October 08, 2007, 03:45:57 PM by stefano »